Forniamo un servizio completo, collaudato, altamente specializzato nel settore nutraceutico e modulabile sulla base delle esigenze dell'azienda committente.
Mentre il concetto di nutraceutico, già enunciato da Ippocrate con la celebre frase "Fa' che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo", ha origini ancestrali (460–377 a.C), il termine è stato coniato nel 1989 da Stephen DeFelice, fondatore della Foundation for Innovation in Medicine, e deriva dalla crasi fra la parola nutrizione e a la parola farmaceutico. Il neologismo è stato utilizzato dal suo inventore per indicare "un alimento o parte di esso che fornisce benefici medici o sanitari, compresa la prevenzione e/o il trattamento di una malattia". Tuttavia, tale definizione va contro il principio fondamentale su cui si basa oggi questa categoria di prodotti e la loro comunicazione, ossia che l'alimento non può avere proprietà curative.
Infatti, negli anni, il significato di nutraceutico è stato fortemente modificato e oggi, sebbene non sia presente una definizione normativa, il termine indica un'ampia categoria di prodotti che include alimenti funzionali o funzionalizzati, alimenti addizionati, integratori alimentari e alimenti a fini medici speciali.
Come per nutraceutico, non vi è ad oggi una definizione legislativa di alimento funzionale. ll termine venne utilizzato per la prima volta nell'articolo Japan explores the boundary between food and medicine, pubblicato su Nature nel 1993. In quegli anni, il Ministero della Salute e del welfare giapponese aveva appena introdotto una specifica regolamentazione, per i cibi cui era riconosciuta la capacità di influenzare positivamente certe funzionalità dell'organismo, e quindi di regolarne alcuni parametri, quali per esempio la pressione sanguigna e il livello di colesterolo. Tali cibi, chiamati Foshu-Food for specified health use, costituiscono il primo riconoscimento normativo degli alimenti funzionali. In Europa, l'alimento funzionale è stato definito, in un documento di consenso della Commissione Europea, come un alimento che possiede attività biologiche addizionali legate alla presenza di componenti che interagiscono selettivamente con una o più funzioni fisiologiche dell'organismo, in modo tale da indurre un miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o una riduzione del rischio di insorgenza di una malattia.
Il regulatory affairs specialist è una figura con conoscenze e competenze nell'ambito della regolamentazione giuridica che disciplina, la produzione, lo studio, la comunicazione e il commercio delle varie tipologie alimentari.
La conoscenza della legislazione è essenziale non solo per non incorrere in sanzioni legate ad esempio a pratiche di comunicazione non corrette dei risultati derivanti dagli studi effettuati, ma soprattutto risulta fondamentale nella fase di sviluppo di un prodotto, in modo da poterlo da subito contestualizzare nel più adeguato scenario regolatorio, permettendo all'azineda di poter immettere il prodotto sul mercato, mettendo a frutto i risultati ottenuti, evitando così di sostenere ricerche fini a se stesse.
Negli ultimi anni sono sempre di più le aziende alla ricerca di nuovi ingredienti o di nuove fonti di sostanze biottive. Ai sensi della normativa europea, qualsiasi alimento, o parte di esso, che non abbia alle spalle un consumo significativo all'inerno del territorio dell'unione prima del maggio 1997 è da considerarsi un nuovo alimento (Novel Food) e deve seguire una apposita procedura sperimentale e regolatoria per la valutazione della sua sicurezza di consumo.
La biostatatistica è una branca delle scienze statistiche che serve a descrivere in sitesi un insieme di dati derivanti da studi in vitro, ex vivo, in vivo su animale modello, clinici ed epidemiologici. In particolare, il compito dello statistico nel campo della ricerca è quello di fornire un supporto per progettare, gestire, analizzare, interpretare e valutare gli studi sperimentali. La figura del biostatistico risulta pertanto essere indispensabile a tutti i livelli della ricerca, dalla progettazione dello studio, alle analisi finali, passando per l'organizzazione dei dati.
Sì, anche il territorio dell'Unione Europea. Inoltre, collaboriamo con aziende extra-UE che intendono esportare i loro prodotti.
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